Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

Vincent - fonte essenziale di introiti per la Regione prima dell’entrata in vigore del riparto fiscale negli anni ’ 80 – effettua uno sciopero di ben 14 giorni consecutivi contro la SITAV , per il rinnovo del contratto di lavoro. La CGIL è dunque presente in categorie fino ad allora di predominio indiscusso di altre sigle sindacali: è anche il caso delle Poste, dove un primo nucleo di attivisti fa sentire la sua voce, con Enrico Camilli. Anche nel settore della Sanità la presenza CGIL si è espressa in misura significativa, sollevando i problemi della salute in fabbrica, promuovendo il collegamento tra personale medico e paramedico, con figure di attivisti e militanti, tra i quali ricordiamo Pier Giorgio Ciardola. Grazie alle lotte studentesche e alla conseguente rottura di vecchie logiche corporative, anche tra gli insegnanti emerge una nuova spinta alla sindacalizzazione. Nasce così nel 1969 il Sindacato Scuola CGIL , grazie all’iniziativa di un gruppo di insegnanti, tra i quali non possiamo dimenticare personalità quali Demetrio Mafrica, Giorgio Bonardo e Lucia Signorino. Il primo Congresso regionale della CGIL Scuola si svolge nel novembre 1970 ed elegge segretario Giulio Fiou; il quale, due anni dopo, sarà oggetto di un pesante provvedimento disciplinare (anche se successivamente revocato), a causa di un suo articolo sulle insufficienze della scuola valdostana, ritenuto eccessivamente critico. È in questo contesto di profondo rinnovamento della scuola italiana e per le spinte emergenti dalle lotte operaie che trae origine l’esperienza delle “150 ore”, fortemente voluta dalla FLM per concretizzare il diritto allo studio e alla formazione permanente, la cui prima gestione in Valle fu affidata a Walter Ranieri, un’altra significativa figura del sindacato scuola, membro del direttivo di categoria e poi di quello confederale. La funzione di stimolo della FLM in Valle non si limitò alle “150 ore”, di cui ricordiamo anche la funzione di dibattito sulle condizioni di lavoro e sulle contraddizioni della società capitalistica, ma alla promozione, in campo sociale, della CO.IN.OP. (Cooperativa di Iniziativa Operaia) per calmierare i prezzi di prima necessità, facendo da contrappeso alla grande distribuzione. Nonostante una certa pesantezza nei rapporti unitari, eredità di un lungo periodo di contrapposizioni anche ideologiche - comprovate dal fatto che ancora il 1° maggio del 1969 fu festeggiato dalla sola CGIL in piazza Chanoux ad Aosta - il processo unitario si avviò in Valle sotto l’impulso di forti mobilitazioni operaie che si lasciavano alle spalle i duri anni ’50 . Le tappe salienti in Valle del processo unitario, che purtroppo si limitò alla costituzione della Federazione Unitaria CISL-CGIL-UIL-SAVT nel dicembre 1972 , furono l’adozione della piattaforma regionale unitaria del settembre 1969 ; l’applicazione del principio di incompatibilità tra cariche politiche e sindacali già adottato dalla CGIL nel 1968-69 e, con ritardo, anche da parte delle altre organizzazioni sindacali; il concreto recepimento dei nuovi strumenti di democrazia sindacale: assemblee di fabbrica, delegati unitari di reparto, consultazioni e referendum sulle piattaforme contrattuali, coinvolgimento della base operaia nel decidere le forme di lotta, ecc. La piattaforma regionale unitaria dell’autunno 1969 , a cui il SAVT non aderì sul momento, presentava aspetti interessanti, non solo per essere un fatto nuovo in sé, ma anche e soprattutto per la sua organicità nell’affrontare i temi locali. Infatti, essa spaziava dalla necessità di una programmazione economica per affrontare il sottosviluppo di alcune zone della Valle, alla richiesta di un ruolo non secondario del sindacato nell’allora Piano regionale di sviluppo; seguivano le richieste di iniziative contro il caro-vita, per creare incentivi per l’edilizia popolare, con appositi piani regolatori regionali o comunali, per una politica dei trasporti più adeguata alle esigenze dei lavoratori, con le proposte di regionalizzazione o di municipalizzazione; la richiesta di attuazione di un Ente Ospedaliero Regionale, chiudendo l’annosa controversia con l’Ospedale Mauriziano di Torino. Inoltre, si rivendicava una riforma della scuola valdostana per renderla accessibile a tutti e, per il pubblico impiego, si chiedeva al governo nazionale la corresponsione dell’indennità di bilinguismo per tutto il personale della Valle d’Aosta e bandi di concorso non più di carattere nazionale, bensì regionali. Il documento unitario si concludeva con la rivendicazione di un’effettiva presenza del sindacato in tutte le sedi ove si assumevano decisioni per i lavoratori, problema a tutt’oggi aperto. A sostegno della piattaforma unitaria furono effettuate non poche mobilitazioni; alcuni risultati furono subito acquisiti mentre altri, come l’indennità di bilinguismo per i pubblici dipendenti, solo molti anni dopo. Se il processo unitario non sfociò nell’unificazione organica tra le confederazioni, per le riserve opposte da CISL e UIL , nei metalmeccanici, dove la spinta unitaria della base operaia era molto più consistente e forte, nacque la Federazione unitaria dei metalmeccanici (FLM) . [ 19

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