Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

La posizione intransigente assunta dalla Camera del Lavoro di Aosta contro l’avvento del fascismo è annoverata in una relazione inviata, nel dicembre 1921 , da Luigi Repossi, a nome del Comitato Centrale Sindacale del PC dI all’Internazionale Sindacale Rossa. Infatti, Aosta è compresa con altre quarantaquattro Camere del Lavoro nella richiesta rivolta alla Confederazione Generale del Lavoro, diretta da D’Aragona, della proclamazione dello sciopero generale contro il pericolo fascista. La chiusura della Camera del Lavoro di Aosta ad opera dello squadrismo fascista il 1° novembre 1922 non significò tuttavia la cancellazione definitiva di un’esperienza, nonostante la dispersione di tutto il gruppo dirigente che l’aveva fatta rinascere nel 1920 . Durante il ventennio fascista molti futuri quadri sindacali, per lo più di origine valdostana, maturarono politicamente nell’emigrazione, altri all’interno della Cogne, per emergere poi con il crollo del fascismo ed entrambi seppero riannodare, nella Resistenza, quei fili rossi che nel 1947 portarono alla riorganizzazione ufficiale della CGIL in Valle d’Aosta. Questo nuovo quadro sindacale, dopo il gravoso ma entusiasmante compito di ricostruire il sindacato, sarà chiamato, dopo una breve parentesi unitaria, a sostenere il durissimo scontro politico e sindacale che si sviluppò nella fase di ricostruzione del paese e della Valle. A questa generazione di sindacalisti, che non sarebbe esagerato definire “eroica”, subentra negli anni ’ 60 un’altra leva di quadri, per lo più di fabbrica, che sostenne il peso della crisi e poi del forte ridimensionamento di settori industriali ormai maturi, ripercorrendo pur con diverse scansioni le vicende sindacali nazionali. Ne ricordiamo alcuni, scusandoci per l’impossibilità di citarli tutti, appartenenti a realtà lavorative diverse dalla Cogne, del cui gruppo attivo si tratterà diffusamente più avanti. VigentinaBorrettaz, delegata FIOT-CGIL , eletta nella CI della Brambilla Filatura di Verrès per la prima volta nel luglio 1961 . Gerardo Labriola, che, dopo una dura esperienza in miniera, fu eletto delegato della FILLEA-CGIL nei cantieri autostradali della Bassa Valle, proseguendo in seguito la propria militanza sindacale come funzionario, molto conosciuto e stimato, del patronato INCA . Per tutti gli anni ’ 60 , l’edilizia ha rappresentato per la Valle d’Aosta un settore in pieno sviluppo, nel quale la CGIL con la FILLEA ha confermato e rafforzato la sua presenza, operando direttamente nei cantieri delle autostrade, dei villaggi turistici (es. Pila e Valtournenche): accanto a Labriola, troviamo giovani compagni come Sandro Bortot, Renato Perruchon e Raffaele Vencato. Renato Lunardi, eletto nel maggio 1968 per la FIOM nella CI della Guinzio & Rossi di Verrès. Leopoldo Veticoz, eletto come rappresentante della FILC- CGIL , l’anno successivo, nella CI della Morgexcarbo in Alta Valle; sempre nel settore chimico, esattamente alla Soie di Châtillon, hanno svolto un ruolo rilevante compagni, allora giovani attivisti, quali Angelo Segafredo e Rino Dufour. Nel 1969 Bianca Luboz fu eletta nella CI degli impiegati della Amministrazione Regionale, per far parte successivamente della segreteria della CGIL valdostana. Renzo Pavolini, assieme a Aventino Priod , fu a lungo rappresentante di CI nel Comune di Aosta. Per tutti gli anni ’60, la CGIL è stata indubbiamente l’organizzazione sindacale con le maggiori preferenze nelle elezioni per i rinnovi delle CI in tutti i settori. Anche alla Cogne, la FIOM mantenne il primato tra gli operai, a dispetto dei continui tentativi di ridimensionare la sua credibilità ed il suo ruolo da parte della Direzione Aziendale, senza ricorrere alla repressione diretta come nel decennio precedente, utilizzando metodi forse meno appariscenti ma certamente “efficaci”, quali ad esempio: le assunzioni mirate a riequilibrare le rappresentanze sindacali, naturalmente a detrimento della FIOM ; favorire la stipulazione di accordi separati; ostacolare l’attività del sindacato maggioritario e più combattivo, tra i quali ricordiamo gli intralci posti dalla Direzione alla raccolta mensile dei contributi sindacali. Fu proprio su questo atteggiamento discriminatorio che Luciano Lama, allora segretario generale FIOM , nella sua veste di deputato PCI , nel 1961, presentò un’interpellanza al Ministro delle Partecipazioni Statali, per chiedere ragione di tali comportamenti da parte della Cogne, che nel momento in cui rifiutava di operare le trattenute sindacali a favore della FIOM in busta paga, le disponeva regolarmente per le altre organizzazioni sindacali. La Cogne si giustificò, asserendo che il compito era troppo gravoso, visto il rilevante numero di iscritti alla FIOM! Alla fine degli anni ’60, anche sull’onda del cosiddetto “boom economico”, alle crescenti difficoltà del settore industriale, fa da contrappeso l’espansione dei servizi, con una significativa presenza del sindacato. Nel 1968 la Standa apre ad Aosta la sua sede regionale, consentendo al sindacato di settore – la FILCAMS CGIL – di estendere la sua azione di tutela, fino ad allora circoscritta alle grandi strutture alberghiere presenti in Valle. Nell’aprile 1967, il personale del Casinò di Saint 18 ]

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=