Lavoro e diritti in Valle d'Aosta
10 ] Nelle pagine che state per sfogliare viene ripercorsa, con dovizia di particolari, la storia della CGIL. Un cammino iniziato cento anni fa, in cui pagine difficili si alternano a momenti entusiasmanti. È opportuno, anzitutto, sottolineare come questo approfondito lavoro di ricerca abbia il pregio di un taglio scarsamente celebrativo (che sarebbe pur comprensibile). Numerose delle vicende raccontate sfociano infatti nel campo, più ampio, dei rapporti tra forze sindacali e tra mondo del lavoro ed istituzioni. Ciò permette non solo una interessante lettura sull’esperienza sviluppata dalla CGIL nel tempo, ma anche uno stimolante esercizio di osservazione su un aspetto fondamentale delle vite di ognuno di noi: l’impiego. Dall’inizio del secolo scorso ad oggi, il mondo del lavoro ha subito delle trasformazioni dettate dal susseguirsi delle fasi di ripresa e congiunturali dell’economia internazionale, nonché da processi inarrestabili quali la globalizzazione dei mercati. Uno scenario dominato da un rapporto di causa ed effetto implacabile, che ha eroso il concetto di sicurezza occupazionale, costringendo i lavoratori a confrontarsi con nuove formule di impiego, improntate alla flessibilità e alla temporaneità. In un contesto del genere, le organizzazioni sindacali (e la CGIL ha interpretato un ruolo da protagonista) si sono trovate ad operare con il non sempre facile compito di tutelare i diritti dei lavoratori, affinché le regole derivanti dalle esigenze imprenditoriali di massimizzare i profitti, minimizzando i costi, non minassero la dignità e le prerogative fondamentali delle maestranze. Oltre a questo compito basilare, assolto con tenacia e convinzione, ai sindacati va riconosciuto pure un altro merito, non meno significativo. Quello di aver saputo mostrare comprensione e rispetto – pur essendo parte (è il caso, appunto, della CGIL) di organizzazioni nazionali – per la particolarità della nostra regione. Un doppio filo ha sempre legato, in Valle d’Aosta, tradizione e sviluppo e saper indurre ed accogliere innovazioni, mostrando però inflessibilità sull’importanza di non tradire una radice storica ben definita, è opera da riconoscere alle unioni dei lavoratori, che rientrano a pieno titolo tra gli attori dello sviluppo economico e sociale valdostano. Concludendo, ritengo che dalla lettura di “Lavoro e diritti in Valle d’Aosta” possano essere tratti almeno due insegnamenti. Il primo riguarda la qualità e la levatura dei protagonisti di alcune pagine di attività sindacale. Non si può (e non si deve) transigere su questi valori, pena la perdita di credibilità di realtà associazionistiche storiche, oggi più che mai importanti, proprio per la volubilità e l’imprevedibilità dei flussi economici. La lezione più chiara, tuttavia, quella che ha fatto sì che la CGIL possa tagliare il traguardo dei cento anni di vita, riguarda il ruolo della storia. Ciò che si legge in questo libro riveste una doppia valenza: da un canto deve fungere da monito e, dall’altro, da incitamento. A stare dalla parte dei lavoratori, con serietà e senza pregiudizi. Come accade, per la CGIL , da un secolo. GUIDOGRIMOD Sindaco del Comune di Aosta
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