Nota congiunturale regionale Marzo 2015

3 prese a riferimento, la Valle d’Aosta si distingue però per l’ammontare di queste diminuzioni. Solamente la spesa per le abitazioni e l’assetto del territorio in regione è in controtendenza rispetto a quanto rilevato per la ripartizione nord-occidentale dove segna un aumento dello 0,4%. È già stato detto della maggiore dipendenza dalla spesa pubblica mostrata dal sistema economico valdostano. Secondo i dati dell’ultimo censimento ISTAT (2011), ripresi in Banca d’Italia (2014), il 12,1% delle imprese della regione conta la Pubblica Amministrazione fra i propri tre principali committenti, si tratta di un dato ben al di sopra di quello calcolato per il Nord-ovest (5,2%) e l’Italia (6,8%). In questo quadro strutturale la riduzione della spesa pubblica può avere effetti negativi relativamente più intensi sulla produzione aggregata regionale. Tabella 2 – Meno spesa reale della P.A. per l’ambiente, la cultura e l’ordine pubblico Variazioni percentuali tendenziali. Anno 2012. Valle d’Aosta Provincia di Bolzano Nord-Ovest Italia Totale -7,9 0,0 -5,0 -4,5 Servizi generali della P.A. -6,9 -8,7 -7,5 -6,8 Difesa -0,6 -0,9 -0,8 -0,8 Ordine pubblico e sicurezza -14,1 -6,9 -5,3 -5,5 Affari economici -13,7 -6,4 -7,0 -5,1 Protezione dell’ambiente -19,7 -11,8 -6,2 -6,8 Abitazioni ed assetto del territorio -5,6 -9,9 0,4 -0,9 Sanità -3,7 -0,9 -5,0 -4,3 Attività ricreative, culturali e di culto -14,9 -3,6 -5,4 -5,7 Istruzione -8,1 -2,7 -4,3 -4,1 Protezione sociale -1,1 117,1 -6,7 -4,7 I valori nominali sono stati deflazionati con gli indici dei prezzi NIC di ciascuna area. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 2015. Anche gli investimenti hanno mostrato una rilevante diminuzione tendenziale compresa tra il -7,6% della Liguria ed il -10,1% del Piemonte. Al proposito si è già detto del caso valdostano. La tabella 3 fornisce ulteriori dettagli circa gli andamenti tendenziali degli investimenti per settore produttivo durante il 2012. In Valle d’Aosta la diminuzione maggiore ha interessato l’agricoltura (-13,3%) ma anche il settore delle costruzioni segna una variazione negativa del 10,7%, poco lontano si trovano le attività manifatturiere con un -10,7%. All’interno di questa macro voce i comparti per i quali si rilevano le variazioni negative più consistenti e superiori a quella complessiva appena citata sono, nell’ordine, la metallurgia e le fabbricazioni di prodotti in metallo esclusi macchinari ed attrezzature (-11,7%), l’industria del legno, carta ed editoria (-11,5%), le industrie alimentari e le attività di fabbricazione di articoli in gomma e plastica (-11,4% rispettivamente). La Valle d’Aosta si distingue inoltre per le uniche variazioni positive rilevate. Le attività di fornitura di acqua, reti fognarie e di trattamento dei rifiuti e risanamento mostrano infatti un aumento tendenziale degli investimenti pari al 38,2% in termini reali insieme al comparto dell’amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità con il 2,9%. Le variazioni negative che si rilevano nelle altre aree prese a riferimento si distribuiscono tra i medesimi settori produttivi con percentuali non troppo diverse da quelle calcolate per la Valle d’Aosta. Il calo degli investimenti in un contesto di tassi di interesse nominali vicini allo zero può essere ricondotto alla contemporanea riduzione della componente pubblica e agli atteggiamenti prudenziali della componente

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